Amy-d Arte Spazio apre le porte a Massimo Faccini: chirurgo, pittore e artista della guarigione

“Healing Art”, Arte come guarigione, questo è il nome della prima mostra d’arte dedicata al pittore contemporaneo Massimo Faccini, affermato chirurgo ed emergente artista, che si terrà dal 5 al 26 maggio presso la galleria Amy-d Arte Spazio. Curata da Jacqueline Ceresoli in collaborazione con Centodieci, l’esposizione rappresenta un’occasione unica per scoprire questo pittore eclettico tramite le sue più recenti opere che ripercorrono il percorso artistico e la creatività di Faccini: dalla prima fase a quella più matura degli ultimi anni. Le tele, suddivise in tre sezioni, sono tutte di grande e medio formato, con il colore applicato con irruenza sulla superficie di lino o di juta e mischiato spesso con componenti aggiuntive, come residui di carta. La sua pittura è caratterizzata da un forte impatto emozionale e sensoriale, dato dal modo in cui il colore e la tela si incontrano e si mescolano assieme creando forme e immagini che si configurano come un’esperienza mistica e psicologica.

Chi è Massimo Faccini: dagli studi di medicina allo studio dell’arte

Massimo Faccini è pittore per vocazione personale, una passione coltivata per anni e lasciata maturare fino al raggiungimento di un alto livello artistico: il suo stile appare istintivo e impulsivo, ma nasconde una struttura in griglie composte da linee orizzontali e verticali che rendono la sua pittura unica nel suo genere. Ha iniziato il suo percorso artistico negli anni di studio universitario di Medicina e Chirurgia riproducendo graficamente le componenti del corpo umano per preparare l’esame di Anatomia Umana: al posto di imparare mnemonicamente le tavole, utilizzava una tecnica visual disegnandole a mano e ciò gli permetteva di memorizzare rapidamente tutti i singoli apparati e superare brillantemente gli esami. Pratica poi continuata nella Scuola di Specializzazione, in preparazione del corso di Anatomia e Tecnica Chirurgica. Un metodo alternativo che gli ha consentito di portare avanti sia la passione per la medicina che quella per l’arte, ancora in fase embrionale e in via di definizione stilistica. Il disegno è stato il primo passo del suo percorso artistico, che culmina con la pittura, simbolo della sua espressione estetica: il colore è il fulcro del suo stile, con le diverse tonalità che si mescolano per creare sfumature ed effetti caratteristici che conferiscono alle opere l’espressività e l’unicità tipiche del pittore. L’equilibrio tra pittura, gesto, forma e struttura è l’elemento che più contraddistingue la maturità dell’artista e rappresenta il fulcro dell’esperienza emotiva suscitata dalle opere e dall’armonia dei colori sulla tela.

L’arte come guarigione: l’Healing Art di Massimo Faccini

In linea con il suo percorso professionale, Massimo Faccini concepisce l’arte come sorgente della guarigione per l’animo umano: non dal punto di vista fisico, come avviene nel suo lavoro di medico, ma dal punto di vista spirituale. Non solo per chi le guarda, ma anche per l’artista stesso: l’atto vitale di dipingere diventa espressione dell’interiorità del pittore, grazie all’emotività suscitata dalla gestualità del pennello sulla tela. In questo modo l’arte diventa terapia e lo strumento che consente all’interiorità di diventare espressione. Questo è ciò che muove Massimo Faccini nelle sue composizioni artistiche, frutto di una costante ricerca della soddisfazione estetica e spirituale. L’impulsività apparente delle sue opere viene scalzata dalla particolarità della loro rappresentazione grafica, come confermato anche dalla curatrice Jacqueline Ceresoli: “Per Faccini la pittura come il corpo è un organismo vivente, in cui il colore è il sangue della percezione che si fa visione, mentre il gesto è automatismo psichico, nonché diagnosi di un’urgenza espressiva interiore che si fa ragione di esistere e si manifesta sistema autonomo e indipendente”. La componente terapeutica dell’arte, quindi, si configura come un’esperienza emozionale e sensoriale data dalle opere pittoriche: grazie alla loro potenza espressiva autonoma consentono a tutti noi di vivere sensazioni particolari e uniche. Il cuore della mostra è costituito dai lavori dell’ultimo periodo e, come affermato da Anna d’Ambrosio, proprietaria di Amy-d Arte Spazio, è “in grado di restituirci un Faccini inedito con l’esplosione di un colorismo esuberante, segnato da una pregnante volontà di rinascita e gioia espressiva unite dalla sensibilità tattile dei lavori su carta velina dove affiorano segni primordiali dalle forti significanze oniriche”. Una mostra che non è da raccontare, ma da vivere in prima persona.

Credits to: Centodieci

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